domenica 23 novembre 2008

La Palestina Scomparsa



La palestina è scomparsa dai mass media in questi giorni. E' tutto calmo e la pace regna sovrana nella terra promessa.

In realtà, la situazione è più o meno la seguente:

- C'è un pacifista italiano arrestato - sarebbe più corretto dire sequestrato - insieme ad altri 2 pacifisti e 15 pescatori palestinesi in acque internazionali a largo di Gaza che domani dovrebbe essere espulso da Israele. Illegittimamente detenuto e altrettanto illegittimamente deportato.

- La striscia di Gaza è in stato di assedio, manca spesso la luce ed i generi alimentari, i farmaci. Luisa Morgartini, Vice Presidente del Parlamento Europeo, valuta in "255 i malati di Gaza morti dal giugno del 2007 perché non hanno ottenuto dalle autorità israeliane il permesso di uscire e farsi curare altrove". Vietato pescare e bloccato il commercio con l'Egitto.

- In Cisgiordania, oltre alle angherie delle forze di occupazione (decine di arresti), prosegue la lotta intestina tra ANP e HAMAS, con l'arresto di esponenti e simpatizzanti del movimento islamico da parte di squadroni dell'ANP.

- A Gerusalemme è in atto una accelerazione sulla demolizioni di abitazioni palestinesi e la messa in atto di piani urbanistici per l'ebraizzazione di Gerusalemme Est.

- Il premio Nobel per la pace, Mairead Maguire, ha chiesto alle Nazioni Unite di sospendere o revocare l'adesione di Israele poiché, negli anni, ha violato o ignorato una serie di risoluzioni Onu.

Di questi punti, che elenco in modo volutamente sommario, non c'è traccia nei telegiornali, radiogiornali né sulle maggiori testate.

martedì 18 novembre 2008

Ilan Pappé: La pulizia etnica della Palestina



Ci sono diversi gradi di conoscenza di una verità o, se si vuole, di interiorizzazione della verità di cui si viene a conoscenza. Sapere che qualcosa è successo, averne la certezza, spesso non è sufficiente a percepire il grado di gravità degli eventi, il livello di colpevolezza degli attori e le sofferenze inflitte.

Mentre leggo questo libro mi viene in mente in modo ricorrente un parallelo con un altro che mi fece un effetto simile: "Mai più", il libro edito nel 1984 per documentare le atrocità del regime militare argentino nella dittatura 1976-1983. Sapevo dei desaparecidos, dei campi di concentramento e delle torture, ma la documentazione di questi fatti in modo dettagliato consegna inequivocabilmente la tragedia alla storia nelle sue reali dimensioni.

La sensazione che provo con "La pulizia etnica della Palestina" di Ilan Pappé è quella di toccare, di sentire l'evento raccontato e in qualche modo già noto: L'inizio della nakba palestinese del 1948. Le dimensioni della catastrofe sono, per chi ha avuto la costanza e la voglia di informarsi, in parte evidenti anche attingendo ad altre fonti. In questo libro però le atrocità perpetrate da Israele sono dettagliate e soprattutto documentate con una meticolosità disarmante. La qualità delle fonti principali a cui Pappé attinge sono tali da non lasciare scampo: archivi ufficiali dell'IDF e diario di Ben Gurion, per citarne i più emblematici. L'autore fa riferimento alle memorie dei profughi e dei discendenti per ricostruire le dinamiche puntuali delle espulsioni nei villaggi e, spesso, per dare evidenza dell'esistenza stessa dei villaggi prima della loro cancellazione.

In estrema sintesi è la pianificazione, l'organizzazione e la volontarietà di Israele nelle espulsioni e distruzione dei villaggi ad essere provata in questo saggio: la messa a punto di un piano preciso, il piano Dalet, e la sua esecuzione. La pulizia etnica appunto.

L'angoscia data dalla sensazione di irreversibilità di certi atti di "pulizia", in particolare la cancellazione di interi villaggi con relativa "ebraicizzazione", si mescola con l'irritazione per il silenzio con cui la stampa mondiale tratta la questione. Ci sono passaggi citati sia del diario di Ben Gurion sia di alcuni documenti dell'IDF che non danno luogo a dubbi interpretativi, risulta sconcertante l'indifferenza dei media di fronte a prove così gravi di crimini contro l'umanità di tale portata.

Un libro necessario che ricostruendo quanto accadde nell'anno cruciale per la Palestina, il 1948, ristabilisce il rapporto tra vittime e carnefici, aggressori e aggrediti troppo spesso confuso in altre letture anche progressiste.